Biblioteca Florio
Codice ISIL: IT-UD0421
La Biblioteca Florio è uno dei più cospicui e preziosi patrimoni storico-culturali del Friuli Venezia Giulia (dichiarata Biblioteca di interesse regionale ai sensi dell’art. 30 della L.R. 23/2015). Dal 2013 è collocata nuovamente nel luogo che l'ha vista nascere: il Palazzo Florio, in via Palladio, 8 a Udine.
Conta oltre 15.000 volumi, opuscoli, periodici, manifesti e manoscritti di interesse letterario, filosofico, giuridico, agiografico, teologico, storico, geografico, scientifico, datati tra il XV e il XX secolo.
Uomini di lettere, oltre che protagonisti della vita sociale e istituzionale del Friuli del Settecento, i fratelli Francesco e Daniele Florio crearono il nucleo principale di questa straordinaria raccolta e lo collocarono nel cuore della loro residenza udinese.
Preservata con cura per secoli, la Biblioteca è una testimonianza unica della ricchezza della cultura friulana e condensa in sé l'universo dei saperi umani, adunato nella nostra terra ma pienamente partecipe della cultura europea più illuminata.
Sede
via Palladio, 8 - 33100 Udine
tel. +39 0432 556731
e-mail: biblioteca.florio@uniud.it
Orario di apertura (accesso su prenotazione)
lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle ore 9.00 alle 13.15
mercoledì dalle ore 9.00 alle 17.00
Consultazione del materiale bibliografico
La consultazione del materiale bibliografico è disponibile su prenotazione.
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Visite guidate alla biblioteca
La visita guidata della biblioteca è disponibile su prenotazione.
Ogni visita può accogliere un massimo di 12 persone e dura 45 minuti
Clicca qui per prenotare la visita guidata.
Contatti
Servizio consultazione e visite guidate:
Greta Bertolini, Gabriella Baldassi
Chiusure 2024
28 marzo-2 aprile, 25 aprile, 1 maggio, 12 luglio, 5-16 agosto, 1 novembre, 8 dicembre, 24 dicembre-6 gennaio 2025
Orario ridotto (9.00-13.00):
22 luglio-2 agosto, 19-30 agosto, 23 dicembre
Catalogo della Biblioteca Florio
La Biblioteca Florio è stata catalogata con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, sulla base di un progetto di salvaguardia e valorizzazione complessiva della collezione, con una duplice funzione: garantire la sicurezza del materiale bibliografico e la sua ricerca attraverso il discovery di Ateneo.
Cenni storici
Nel 2013 il prof. Attilio Maseri, ultimo erede della famiglia Florio, decise di donare all'Università degli Studi di Udine la Biblioteca costituita dai fratelli Daniele e Francesco Florio nel corso del Settecento, comprese le eleganti originali scaffalature lignee e parte della quadreria. Si tratta di un patrimonio librario e artistico di straordinaria portata culturale, storica e scientifica, preservato e arricchito nel corso dei secoli. L'impegno richiesto all'Università, oltre alla conservazione e alla tutela, è stato quello di ricollocare la Biblioteca nel contesto originario (Palazzo Florio) e di catalogarla e permetterne la fruizione al pubblico di studiosi e appassionati.
Le opere presenti in biblioteca comprendono 15.118 volumi, opuscoli, periodici, manifesti (la gran parte dei secoli XV-XVIII, ma molti anche dei secoli XIX-XX), che rispecchiano il meglio della cultura settecentesca italiana ed europea, e alcuni preziosi manoscritti tre-quattrocenteschi, tra cui figura un importante codice della Divina Commedia (noto agli studiosi come Codice Florio). I classici greci e latini e la poesia arcadica, oltre a opere di storia naturale, di archeologia e di agronomia rappresentano un momento decisivo della storia regionale: quello della reinterpretazione "illuministica" della conoscenza che non era un semplice esercizio erudito ma diventava utile anche alla crescita civile, economica e sociale della realtà friulana.
Il 27 giugno 2013 il Consiglio di Amministrazione dell'Università degli Studi di Udine deliberò l'accettazione della donazione Florio.
La Biblioteca Florio: il nucleo principale
La Biblioteca Florio è stata catalogata con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, sulla base di un progetto di salvaguardia e valorizzazione complessiva della collezione, con una duplice funzione: garantire la sicurezza del materiale bibliografico e la sua ricerca attraverso il discovery di Ateneo e il motore di ricerca regionale "Biblioteche Friuli Venezia Giulia".
Tra i manoscritti compresi nella collezione vi è il codice della Divina Commedia (Codice Florio), databile tra il XIV e il XV secolo, attualmente al centro di un nuovo interesse filologico per l'importanza stemmatica nella storia della tradizione manoscritta dantesca.
Altro manoscritto notevole è un codice del secolo XV contenente le opere di san Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Venezia.
La biblioteca conserva alcuni incunaboli, fra cui due edizioni delle Costituzioni della Patria del Friuli, la prima versione in volgare, per cura di Pietro Capretto, edita a Udine nel 1494 e un'altra edizione latina edita a Venezia nel 1497. Tra gli incunaboli è stata rinvenuta una particolare edizione uscita dai torchi di Aldo tra il 1495 e il 1497 (il poemetto Ero e Leandro di Museo Grammatico) che presenta i due fascicoli con il testo greco (stampato probabilmente nel 1495) e quello latino (1497) legati in modo da avere i due testi a fronte.
Oltre a cinquecentine (1265), seicentine (1140 circa) e settecentine (circa 7000), si conservano libri ottocenteschi e novecenteschi entrati in seguito a far parte della raccolta.
La biblioteca rispecchia il gusto dell'epoca e gli interessi dei suoi fondatori: accanto alle opere letterarie assai probabilmente ricercate in particolare da Daniele Florio (classici greci e latini ben rappresentati in edizioni del Cinque – Sei e soprattutto Settecento; autori medievali e rinascimentali), troviamo opere giuridiche probabilmente già in possesso della famiglia, filosofiche (tra cui Cartesio e Newton rispettivamente in edizioni del 17. e 18. secolo) e teologiche, probabilmente volute da Francesco, l'edizione italiana dell'Encyclopédie méthodique (circa 100 volumi), opere geografiche, incluse mappe e cartografia (segnaliamo una bella riproduzione della Tabula Peutingeriana stampata a Vienna nel 1753), di antichità latine, di storia dei vari Paesi, di scienza (tra cui spiccano i volumi su animali e botanica riccamente illustrati dell'Aldovrandi).
Preziose informazioni sono state ricavate dalla rilevazione e dallo studio delle particolarità degli esemplari posseduti, soprattutto note di possesso e altri segni lasciati sui libri da precedenti possessori.
Un caso molto interessante a riguardo è rappresentato da un volume di geografia storica sulla Sicilia antica (Clüver P., Sicilia antiqua, Leida 1619), sul quale è stata rinvenuta una nota di possesso attribuibile a Nicolaes Tulp, illustre chirurgo olandese del XVII secolo, noto soprattutto per essere stato ritratto da Rembrandt in un celebre dipinto (Lezione di anatomia del dottor Tulp, olio su tela, 1632) nell'atto di eseguire la dissezione del corpo di un giustiziato.
Degna di nota è pure una dedica autografa di Pietro Metastasio rintracciata in un suo componimento per nozze (Alcide al bivio, Vienna 1760). La dedicataria è la contessa Vittoria Valvason di Maniago, moglie di Daniele Florio.