Bottega del Sapere: "I cambiamenti climatici e l'agricoltura. Tra mitigazione e adattamento" - Prof. Ceccon

La seguente relazione fa riferimento alla Bottega del Sapere tenutasi venerdì 31 maggio 2019 presso l’esercizio commerciale Bortolin Gioielli. Il docente coinvolto, Paolo Ceccon, appartiene al Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università degli Studi di Udine e ha sostenuto un incontro con la popolazione, trattando il seguente il tema: “I cambiamenti climatici e l’agricoltura: tra mitigazione e adattamento”

 

 

I CAMBIAMENTI CLIMATICI E L’AGRICOLTURA

tra mitigazione e adattamento

 

I cambiamenti climatici sono individuabili come variazioni a diverse scale spaziali (regionali, continentali, emisferiche e globali) e temporali (decennale, secolare, millenaria e ultramillenaria) di uno o più parametri climatici nei loro valori tendenziali, come temperature, precipitazioni, nuvolosità (medie, massime e minime) e ambientali (distruzione e sviluppo di piante e animali).

Il clima è sempre cambiato. Come ad esempio le variazioni dei parametri orbitali della terra (cicli di Milankovitch), cioè l’inclinazione dell’asse terrestre, la direzione dell’asse terrestre e l’eccentricità dell’orbita terrestre.

Gli strumenti per effettuare studi paleoclimatici sono: registrazioni strumentali (ca. 70-80 anni), documenti scritti (diari, quaderni di bordo), anelli degli alberi (dendrocronologia), sedimenti oceanici, altre evidenze geologiche e le analisi dei ghiacci (ice cores).

Negli alberi, gli anelli sottili indicano le condizioni di crescita sgradevoli, mentre gli anelli spessi indicano condizioni di crescita favorevoli. Gli anelli più esterni indicano le stagioni di crescita più recenti.

Le analisi dei ghiacci. In regioni in cui la temperatura si mantiene al di sotto dello 0 per tutto l’anno la neve caduta e il ghiaccio formato si accumulano in strati riconoscibili. Strati spessi indicano annate nevose, mentre strati sottili indicano scarse precipitazioni. L’analisi del rapporto isotopico 18O/16O consente di stimare la temperatura: elevate % di 16° indicano basse temperature alla formazione della neve.

Il meccanismo di azione dei gas serra. La bassa assorbanza è in contrasto con la radiazione a onda corta. E anche al contrario, un’elevata assorbanza si trova ad opposto contro una radiazione a onda lunga. I gas serra trattengono circa 150 W m-2 (35% dell’energia emessa dalla terra). La terra irradia energia con le caratteristiche spettrali di un corpo a -18 gradi, ma la temperatura media del pianeta è di circa 15/33 gradi centigradi.

 

Da cosa è composta l’atmosfera? composizione dell’atmosfera e cambiamenti del clima: CO2 (GWP=1), CH4 (GWP=25), N2O (GWP)=298, SF6 (GWP=22800), CHF3 (GWP=14800), NH4, NO, NO2, O3.

 

Oggigiorno bisogna affrontare la problematica del negazionismo. Vale a dire la tendenza a negare che il problema esista, negare che l’uomo ne sia la causa, negare il consenso, negare che sia un problema, negare che si possa risolvere e soprattutto negare che si sia ancora in tempo.

 

Quali sono le fonti di gas serra? Quelle naturali sono eruzioni vulcaniche e sorgenti naturali; mentre quelle antropiche si collegano all’impiego di combustibili fossili, alle pratiche industriali e alle pratiche agricole.

 

Chi emette CO2?

La Cina è il paese che emette maggiormente CO2, arrivando al 27,9% della CO2 emessa a livello mondiale. Seguono poi KR IR ZA MX SA BR ID TW con il 12,2%. Al terzo posto si trovano JP RU CA AU con il 13,3%, poi gli USA (15,4%) e l’Unione europea 10,6%. Il resto del mondo (tendendo conto delle emissioni emesse da 160 paese) arriva al 14%, mentre l’India emette il 6,8% della CO2 globale. Analizzando le percentuali all’interno dell’Unione Europea, troviamo la Germania al primo posto con il 2,3%, il Regno Unito al secondo posto con l’1,2% e poi la Francia (1%). Il resto dell’Unione Europea emette il 6,1% della CO2 mondiale.

 

Quali sono i settori che contribuiscono alle emissioni di CO2?

Per emissioni dirette: la respirazione animale ed i reflui. CH4 fermentazioni enteriche e dei reflui, colture sommerse come il riso; N20 reflui, fertilizzazione delle colture.

Per emissioni indirette: il cambiamento d’uso del suolo e l’uso energia; Assorbimento:

CO2 nelle culture e C nei prodotti animali.

Qual è il contributo del settore agricolo?

 

Cos’è l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change)? È un organismo formato nel 1988 da due agenzie UN: WMO (World Meteorological Organization), UNEP (United Nations Environmental Programme), con 195 paesi membri. Contiene tre gruppi di lavoro (Basi scientifiche – impatti, adattamento, vulnerabilità – mitigazione) e una task force (Inventario emissioni). Ha pubblicato un quinto report (AR5) nel dicembre 2013 e il sesto report (AR6) è atteso nel 2022.

Ci sono e ci sono stati cambiamenti climatici n FVG (OSMER)? Si, c’è stato un aumento delle temperature, specie in estate, un aumento del numero di giorni caldi e notti calde, una diminuzione del numero di giorni di gelo, una diminuzione delle precipitazioni primaverili ed estive, infine un aumento delle precipitazioni autunnali e invernali.

Conseguentemente quali sono i quesiti importarti da porre? Quanti gas-serra verranno immessi nei prossimi anni? Di quanto aumenteranno le concentrazioni di gas serra in risposta alle emissioni? Quali conseguenze climatiche avrà l’aumentata concentrazione di gas-serra? Quali conseguenze ambientali avrà l’aumentata concentrazione di gas-serra?

Effetti sul clima:

 

Cosa hanno fatto i paesi per controllare i cambiamenti climatici?

Protocollo di Kyoto (11/12/1997): considera sei gas ad effetto serra: CO2, CH4, N2O, HFC, PFC, SF6. Le parti si impegnano a ridurre le emissioni di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990 (1995 per HFC, PFC e SF6) nel periodo 2008-2012. Gli stati UE si impegnano a ridurre collettivamente le loro emissioni dell’8% tra il 2008 e il 2012 (periodo di applicazione).

Oltre il protocollo di Kyoto: COP21 (Parigi, 2015): contenere l’incremento di temperatura al di sotto di 2C rispetto al periodo pre-industriale. Perseguire ogni sforzo per limitare l’incremento di 1,5C, riconoscendo che tale soglia ridurrebbe significativamente i rischi e gli impatti del cambiamento climatico. Infine promuovere la riduzione delle emissioni di gas serra in misura tale da non mettere a rischio la produzione di alimenti.

COP24 (Katowice, 12/2018): regolamento per l’attuazione del Paris Agreement, insieme di norme tecniche che ne garantisca l’entrata in vigore dal 2020. Trasparenza, contabilità, conformità degli impegni all’uso di meccanismi basati sul mercato, valutazione periodica. Problema principale: aiuto ai paesi poveri. Le economie ricche saranno chiamate a versare 100 B$/anno in finanziamenti per il clima.

Quali sono gli effetti dei cambiamenti climatici? Gli ecosistemi naturali, gli insediamenti umani (migrazioni) e i sistemi agricoli.

Che cosa intendiamo con Ecosistemi naturali? Viene indicato l’adattamento, la biodiversità, la distribuzione geografica delle specie (N), la diffusione di specie invasive e patogeni. In FVG queste specie sono quelle aliene invasive vegetali e animali. Oltre a ciò avviene una perdita di biodiversità (Alpi carniche) e una diversa composizione della comunità.

Quali sono gli effetti sui sistemi agricoli e sicurezza alimentare? Questo porta ad un aumento della lunghezza e dell’intensità della stagione di crescita e dell’attività fotosintetiche e ad una conseguente estensione degli areali di coltivazione. L’aumento del tasso di evaporazione, l’aumento dei fabbisogni irrigui delle colture, il depauperamento delle falde, la degradazione qualitativa delle acque (salinizzazione, concentrazione di inquinanti) e la riduzione delle superfici coltivate.

Ci sono dei cambiamenti nelle rese delle colture?