Lo studio del rischio di longevità è cruciale nelle grandi sfide che l’invecchiamento della popolazione porta con sé, in relazione ad esempio ai sistemi previdenziali e ai mercati finanziari ed assicurativi.

La prospettiva che il gruppo di ricerca adotta per studiare il fenomeno longevità e le sue implicazioni si fonda su metodi matematici e statistici, con forti fondamenta nelle scienze attuariali, e all’intersezione con l’economia e con la finanza.

Da una parte, nella prospettiva delle istituzioni finanziarie, come le imprese di assicurazione ed i fondi pensione, la ricerca svolta dal gruppo ha l’obiettivo di sviluppare modelli stocastici che catturino le dinamiche evolutive della mortalità e ne consentano una proiezione affidabile. Questo consente di procedere a valutazioni attuariali, come il pricing di prodotti assicurativi che proteggono dai rischi legati alla vita e alla salute umana, e di procedere dunque ad una stima del profilo di rischio dell’assicurato.

Dall’altra, nella prospettiva dei soggetti assicurati, il gruppo di ricerca investiga il fenomeno della longevità soggettiva, ossia la percezione individuale della propria aspettativa di vita. L’evidenza empirica dimostra che le aspettative di sopravvivenza soggettive divergono in maniera non trascurabile dalle stime della mortalità che scaturiscono dai modelli matematico-statistici, ad esempio sottostimano la mortalità tra i 50 ed i 70 anni. Le implicazioni finanziarie della sottostima della propria durata di vita sono considerevoli, perché si mina la capacità di arrivare finanziariamente preparati al periodo del pensionamento, soprattutto per le donne. Secondo la letteratura, gli individui tendono a formare le aspettative su fenomeni incerti, come la durata aleatoria di vita, avvalendosi di “behavioural heuristics”.

Il gruppo ricerca investiga come le aspettative soggettive di sopravvivenza e le aspettative sugli health shocks influenzino le scelte economiche degli individui, soprattutto in relazione all’acquisto di prodotti assicurativi, come le annualità vitalizie, che rappresentano un’importante fonte di reddito pensionistico e dunque di benessere finanziario. Il gruppo studia inoltre le differenze di genere nei fenomeni della longevità attuariale e soggettiva, con lo scopo di contribuire all’indagine sulla questione del gender pension gap, che è all’attenzione dei policymakers nazionali ed internazionali.